La chiesa si trova ai margini del bosco delle Cesane, in area prettamente agricola. Insieme alla casa colonica costruita a fianco costituisce un nucleo abitato. Rifinito in pietra locale del Furlo, il complesso architettonico riprende gli edifici tradizionali della media collina.
Il portale è inserito in una mostra di pietra modanata, dove appare evidente ancora la traccia dell’arco che sormontava il primo portale. Analogamente la finestra in asse col portale ripete la stessa cornice.
Sulla parte retrostante dell’edificio è stato realizzato un piccolo campanile a vela, con le fornici poste ad angolo retto.
L’interno è intonacato e la chiesa ricalca la pianta della croce latina.
Per l’intero sviluppo del perimetro corre un cornicione con modanature e dentelli. Sopra l’incrocio del transetto insiste una cupola con lucernario. Nelle quattro vele sono presenti altrettanti medaglioni con i simboli iconografici dei Quattro Evangelisti. Il presbiterio, rialzato sul pavimento da un gradino, è separato dal resto della chiesa tramite una balaustra in pietra scolpita.
1290 (prime notizie intero bene)
La prima notizia sulla Chiesa di San Cristoforo risale al 1290, così come riferito dall’Elencus Ecclesiarum.
XVI – 1601 (rifacimento intero bene)
Sul finire del secolo XVI l’edificio subisce alcune modifiche sostanziali. In una lapide sul muro esterno è indicata la data di ultimazione dei lavori, 1601.
1851 – 1906 (restauro intero bene )
Nel 1851 l’arciprete Butti descrive la chiesa come angusta e poco elegante. Un primo grande intervento di restauro avviene tra il 1896 ed il 1906, quando la chiesa assume l’aspetto odierno. Direttore dei restauri è l’ingegnere urbinate G. Tiberi.
1990 – 1999 (restauro intero bene )
Negli anni ’90 del secolo XX la chiesa è sottoposta ad ulteriore restauro. Viene rifatto il tetto e ripristinato il manto di copertura.
Struttura
Edificio realizzato su spessi muri pieni portanti, realizzati principalmente con pietra locale salvo rari innesti in mattoni. I parati esterni sono tenuti con pietra faccia a vista. Le superfici interne della chiesa sono intonacate e verniciate o decorate.
Coperture
La navata ed i bracci del transetto sono coperti da volte a botte con sezione ad arco a tutto sesto. Il transetto è coperto da cupola intradossata con lucernario apicale. Il tetto è sorretto da strutture portanti in legno seconda la tecnica tradizionale.
- A.L.Ermeti, A.Fucili, S.Bartolucci, L.Gubellini, N.Hofmann, Gaifa. La terra di nessuno, a cura di A.Fucili Urbino, Circolo Culturale Pieve di Gaifa (Stampa Stibu Urbania) 2023
- Ligi B., I monasteri Girolomini nei secoli XIV-XV nella diocesi di Urbino. Le antiche chiese e monasteri dei monti dell’alta e bassa Cesana di Urbino nei secoli XI-XII-XIII-XIV-XV. Memorie storiche, Urbania 1971.
- Sito le chiese delle diocesi Italiane. Vai al sito –>
- Franco Deriu fotografo: Facciata della Chiesa
- Sanchioni Paolo: foto aerea
- Chiesa S.Bartolomeo di Gaifa
- Chiesa S.Pietro in Ardimassa
- Chiesa S.Pietro di Montepolo
- Pieve S.Stefano di Gaifa
- Chiesa di S.Marino
- Chiesa S.Andrea in Primicilio
- Chiesa Sant’Eufemia
- Chiesa S.Clemente di Pagino
- Chiesa S.Maria Assunta Canavaccio
- Chiesa S.Barbara
- Chiesa del Carmine Calmazzo
- Chiesa S.Maria di Pomonte
- Oratorio S.Maria del Carmine
- Chiesina Cappella Cossi
- Chiesa S.Giorgio
- Oratorio Madonna della neve