La storia della medicina popolare e delle guaritrici è un tema affascinante che riflette le tensioni tra cultura, religione e scienza nel corso dei secoli. Le guaritrici, spesso donne, erano depositarie di un sapere antico, costituito da pratiche e rimedi naturali tramandati di generazione in generazione. La loro conoscenza delle piante medicinali e delle tecniche di cura era basata su osservazioni pratiche e sull’esperienza diretta con la natura, rendendole figure essenziali nelle comunità rurali.
Tuttavia, con l’affermarsi di una visione del mondo più razionalistica e l’autorità crescente della Chiesa, queste pratiche iniziarono a essere viste con sospetto. La medicina ufficiale, spesso dominata da uomini e in stretta connessione con la Chiesa, cercava di affermare la propria legittimità, delegittimando le pratiche popolari come superstiziose e pericolose. La figura della guaritice venne così associata a quella della strega, portando a una stigmatizzazione e persecuzione che culminarono nelle famigerate cacce alle streghe.
Le accuse rivolte alle guaritrici includevano non solo l’uso di erbe e rimedi naturali, ma anche pratiche considerate magiche o diaboliche. La paura di rituali oscuri e la convinzione che queste donne avessero poteri maligni portarono a violenze estreme, con migliaia di donne condannate e uccise. La Chiesa e le autorità laiche combinarono i propri sforzi per reprimere ciò che percepivano come una minaccia all’ordine sociale e alla salute pubblica.
Medicina popolare e ruolo delle donne
- Tradizione millenaria: la medicina popolare si basava sull’uso di erbe medicinali, tramandato di generazione in generazione.
- Donne custodi del sapere: le donne, in particolare, avevano un ruolo fondamentale nella cura delle malattie attraverso la conoscenza delle proprietà delle piante.
- Riconoscimento sociale: le guaritrici godevano di un certo prestigio all’interno delle comunità, rappresentando un punto di riferimento per la salute.
Repressione e caccia alle streghe
- Paura delle streghe: con l’intensificarsi della paura delle streghe, la pratica della medicina popolare venne associata a pratiche occulte e diaboliche.
- Accuse di stregoneria: le guaritrici furono spesso accusate di stregoneria e perseguitate, subendo processi e condanne al rogo.
- Connubio tra medicina popolare e magia: la Chiesa sancì il legame tra medicina popolare e magia, alimentando la fobia nei confronti di queste figure.
Urbino, 1587: il processo a donna Laura di Farneta, guaritrice accusata di stregoneria
In particolare gli atti del processo alla presunta strega donna Laura da Farneta (che si svolse dall’inizio del mese di agosto del 1587 fino alla fine del mese di gennaio del 1588) sono storicamente assai significativi, perché – per i precisi convincimenti politici dei suoi signori – l’antico ducato di Urbino non vide mai, in nessuna città dello stato, l’istituzione del Tribunale dell’Inquisizione, che invece nel 1631, subito dopo la morte di Francesco Maria II della Rovere, venne impiantato nella periferica sede di Gubbio.
Quello a donna Laura sembra dunque essere l’unico processo per stregoneria svoltosi a Urbino in epoca ducale, grazie ad un insieme di particolari circostanze che rendono effettivamente plausibile l’ipotesi di un disegno politico, atto a indebolire il potere ducale e favorire la devoluzione allo Stato della Chiesa.