Se ben tutti conoscono il gioco delle biglie nelle sue varie versioni dubito che le ultime generazioni abbiano avuto modo di confrontarsi con questo gioco. Alcune società di giochi in scatola produssero anche delle piste per poter giocare sul pavimento di casa o più comodamente su un tavolo.
L’origine del gioco delle biglie, in realtà, si perde nella notte dei tempi. Molte antiche civiltà giocavano con le biglie, come i Greci, i Romani e gli Egizi. Sono stati ritrovati reperti tra le ceneri di Pompei e nelle tombe degli antichi egizi. Alle biglie giocavano anche le tribù di nativi americani. Gli antichi romani, grandi inventori di giochi, durante la Festa dei Saturnali (solstizio d’inverno), prima del Natale, usavano scambiarsi sacchi di noci, con le quali giocavano a biglie.
Esistono infatti numerosi riferimenti al gioco romano delle “noci”. Publio Ovidio Nasone ( 43 a.C. – 18 d.C.), in alcuni suoi scritti, fece riferimento al gioco. L’ultimo imperatore romano Romolo Augusto giocava da bambino con le “noci”. Furono rinvenuti anche una serie di bassorilievi raffiguranti bambini che si divertono al gioco delle “noci”. Uno dei giochi preferiti dai bambini romani consisteva nel creare una piccola piramide di noci e poi mettendosi ad una certa distanza, cercare a turno di colpire la noce posta in cima, lanciando un’altra noce. Per renderlo ancora più difficile di solito si aumentava la distanza di lancio.
Qui di seguito due immagini legate al gioco delle biglie.
A sinistra un dipinto si KAROL D. WITKOWSKI “GAME OF MARBLE”.
A destra un bassorilievo di epoca Romana