L’affermazione che le condizioni di una famiglia contadina migliorassero con la crescita dei figli, specialmente in presenza di un podere da gestire, è una constatazione che riflette le dinamiche sociali ed economiche tipiche delle società agricole preindustriali.
Ecco perché un elevato numero di figli era considerato un vantaggio:
Ogni figlio rappresentava una bocca in più da sfamare, ma anche un’ulteriore coppia di mani per lavorare nei campi. In un’economia basata sull’agricoltura, dove la manodopera era essenziale per garantire la produttività, avere più figli significava avere più braccia per svolgere i lavori stagionali e quotidiani.
Le famiglie numerose erano più autosufficienti. I figli potevano occuparsi dell’allevamento del bestiame, della raccolta dei prodotti dell’orto, della preparazione del cibo e di altre attività domestiche, riducendo la necessità di acquistare beni e servizi all’esterno.
Avere molti figli significava avere una rete di sostegno più ampia in caso di necessità. I figli, una volta adulti, potevano aiutare i genitori nelle loro attività, garantire la cura in età avanzata e contribuire al mantenimento della famiglia.
In molte culture contadine, una famiglia numerosa era considerata un segno di prosperità e di benedizione divina. Avere molti figli era un simbolo di virilità per l’uomo e di fertilità per la donna.