Il tiro alla fune è uno sport di origine contadina che vede contrapposte due squadre, le quali si sfidano in una gara di forza. Durante le feste paesane questo gioco era molto atteso, si sfidavano squadre di quartieri diversi o improvvisate al momento, visti i premi in palio partecipavano anche persone di altri paesi.
Si formano due squadre con lo stesso numero di persone e si traccia una linea di demarcazione che delimiti il territorio di ciascuna squadra. Stendere la corda, lunga una decina di metri, e contrassegnare il punto centrale legandovi un fazzoletto. Annodare poi altri due fazzoletti a un metro di distanza dal primo, uno a destra e uno a sinistra. Le due squadre a questo punto prendono posizione da una parte e dall’altra rispetto alla linea di demarcazione, in fila indiana.
Prima di iniziare la gara i concorrenti prendono in mano la corda, mettendosi in tensione: appena il fazzoletto centrale è perpendicolare alla linea del centro campo, viene dato il via e i partecipanti devono tirare la corda con tutta la loro forza.
Vince la squadra che riuscirà a trascinare gli avversari fino a portare il loro fazzoletto oltre la linea di demarcazione, nel proprio campo.
Secondo il regolamento ufficiale della disciplina sportiva, due squadre di otto persone, il cui peso totale non deve superare quello massimo stabilito per la rispettiva categoria, si allineano ai due capi di una fune di circa 10 centimetri di circonferenza. Sulla fune è marcato il punto centrale; inoltre, viene marcato un punto su ogni lato a distanza di 4 metri dal centro.
La sfida incomincia con il punto centrale sistemato in corrispondenza del centro del campo da gioco; l’obiettivo di ogni squadra è tirare l’altra squadra dalla propria parte, in modo che il punto marcato più vicino agli avversari attraversi il centro del campo. Una squadra può vincere anche perché l’avversario ha commesso tre falli (che avviene, ad esempio, quando un concorrente cade o si siede).